Roma, 11 dic. (AdnKronos Salute) – La prevenzione e la cura delle malattie cardiovascolari hanno allungato l’aspettativa di vita di 10 anni. “Un traguardo raggiunto grazie ai progressi incredibili della cardiologia”, ha spiegato Francesco Romeo, presidente della Società italiana di cardiologia (Sic) presentando a Roma il 76esimo congresso nazionale. Al centro dell’evento, con oltre 2mila partecipanti, la lotta allo scompenso cardiaco e all’aterosclerosi: le sfide più importanti del terzo millennio secondo i cardiologi. Spazio anche alla genetica e agli interventi hi-tech per affrontare le malattie cardiovascolari.
Sullo scompenso cardiaco la Sic lancia un allarme: una persona su tre sopra i 55 anni svilupperà questo problema nel corso della propria vita, ma nonostante i progressi nella cura della malattia, la meta’ morirà entro 5 anni, una prognosi peggiore rispetto a molti tumori. Nel corso del congresso saranno presentati i notevoli sforzi compiuti per migliorare il trattamento e per individuare nuovi target terapeutici mediante terapia genica e impiego delle cellule staminali. Risultati promettenti arrivano dallo studio dei micro-Rna e di una nuova classe di farmaci antagonisti, oltre a dispositivi di assistenza ventricolare a lungo termine.
La lettura magistrale di apertura del congresso e’ stata affidata a Eugene Braunwald, uno dei massimi esperti di cardiologia a livello mondiale ed ex direttore della dipartimento di Medicina dell’Universita’ di Harvard (Usa). “Ho avuto la fortuna di aver sperimentato e di essere stato testimone delle maggiori rivoluzioni in Medicina – ha affermato lo scienziato nel suo intervento – e la Cardiologia e’ la disciplina che più ha contribuito. Quando ho iniziato i pazienti morivano prima di arrivare in ospedale perché l’infarto non era considerato un’emergenza. E tra chi arrivava il 50% moriva nell’arco di un anno. Oggi – prosegue – questa situazione e’ riconosciuta come un’emergenza, con sintomi precisi, si viene assistiti già in ambulanza e subito trattati giunti in ospedale. La moralità e’ cosi’ scesa dal 30% nel primo mese al 6% a 1 anno. Una grande rivoluzione nelle terapie – ha concluso – e’ stata l’introduzione delle statine che abbassano il colesterolo. Io le prendo da 28 anni tutti i giorni e sono arrivato in buona salute fino ad oggi”.
Ma la Sic da tempo si sta muovendo nella direzione della prevenzione. “Stiamo portando lo screening cardiologico nelle scuole di secondo livello per prevenire le morti cardiache nei giovani, che sono 1.000 l’anno – ha riferito Francesco Fedele, direttore della Scuola di specializzazione in Cardiologia dell’Universita’ Sapienza di Roma – E’ prevista inoltre dal decreto Buona Scuola e dalla legge 107 la formazione dei ragazzi sulle manovre salvavita, in questo modo i giovani saranno preparati in modo ‘laico’ anche all’uso del defibrillatore semiautomatico in emergenza”.
Altro aspetto che è stato affrontato dal congresso della Società italiana di cardiologia sono le complicanze dell’aterosclerosi (in particolare infarto e ictus) che rappresentano la principale causa di morbosità e mortalità nei paesi industrializzati, aspetto che è stato affrontato da un altro ospite internazionale il professor Jawahar L. Mehta dell’Università dell’Arkansas.
“L’intenso confronto con i numerosi partecipanti stranieri sottolinea la vocazione internazionale della cardiologia italiana – ha concluso Romeo – Per quanto riguarda le innovazioni terapeutiche, un approfondimento particolare riguarderà i nuovi anticoagulanti orali e i nuovi farmaci per il trattamento delle dislipidemie”.