LA DEPRESSIONE, quando legata o conseguenza di altre malattie, è per lo più sottovalutata sia da chi ne soffre sia dai medici, quasi considerata un effetto collaterale scontato. Lo afferma un recente studio di Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna, che ha preso in esame la relazione di questa patologia con alcune malattie come, ad esempio, quelle reumatiche, il diabete e i tumori su un campione di 240 pazienti.
I farmaci. Solo 1 paziente su 2 inoltre segue una terapia farmacologica adatta e una terapia psicologica o psichiatrica. La paura di essere dipendente dai farmaci per oltre il 40% e il rifiuto di assumere ulteriori farmaci oltre a quelli che si prendono per la malattia primaria (26%) sono i principali timori legati alla cura della depressione.
Un pessimismo eccessivo. “Molte malattie gravi sono associate a un’idea di incurabilità che scoraggia i pazienti, portandoli spesso a non seguire correttamente le terapie. Questa mancanza di speranza può contagiare persino i medici, che per primi non credono alla guarigione – spiega Francesco Cro, psichiatra e dirigente medico del Servizio diagnosi e cura di Viterbo – . Ma questa sorta di nichilismo terapeutico, che per certi versi accomuna psichiatria e oncologia, alla luce degli enormi progressi della farmacologia non è più giustificabile. Le iniziative di sensibilizzazione e di lotta allo stigma e al pregiudizio sono fondamentali per la diffusione di una cultura positiva, di fiducia nella medicina e nei suoi mezzi”.
La diagnosi. La diagnosi di una malattia grave può accompagnarsi allo sviluppo di sintomi depressivi, che rappresentano una reazione normale a una notizia che sconvolge la nostra quotidianità. “Quando però questi sintomi si trasformano in una depressione conclamata questa va curata anche con farmaci, perché il miglioramento dell’umore facilita anche la guarigione dalla malattia di base – spiega ancora Cro – . Con i farmaci oggi a disposizione degli psichiatri è possibile far coesistere una terapia antidepressiva con la cura di qualunque altra patologia”.
Altro dato degno di nota nello studio è il fatto che nessuna delle persone con depressione e altre malattie è in cura presso un centro di salute mentale, cosa che si verifica per il 68% delle persone ammalate “solo” di depressione. “La depressione ha un effetto biunivoco: aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, diabete, patologie urologiche, oncologiche, pneumologiche e neurologiche, in quanto anticipa e peggiora il decadimento cognitivo– spiega Claudio Mencacci, direttore Dipartimento Salute mentale e Neuroscienze Asst Fatebenefratelli Sacco- Chi soffre di queste patologie e’ a sua volta piu’ esposto al rischio di soffrire di depressione che ne peggiora gli esiti”. “Fra l’altro, interrompere la cura della depressione o, peggio, rinunciare alla cura di una malattia fisica grave perché si ritiene erroneamente che il paziente depresso non sia in grado di sopportarla è un errore assolutamente ingiustificato: nei casi complessi lo psichiatra può e deve collaborare con gli altri specialisti per mettere a punto uno schema di terapia personalizzato”, conclude Cro.
Sottovalutata ma comunque temuta. Per un terzo di coloro che soffrono anche di altre malattie, la percezione di essere a rischio di sviluppare la depressione e’ molto alta, con una forte differenza tra pazienti reumatici e oncologici, quest’ultimi sicuramente piu’ seguiti dal punto di vista psicologico sin dalla diagnosi della malattia primaria per il tipo di percorso diagnostico terapeutico. Ben 6 pazienti con malattie reumatiche su 10 infatti si sentono molto esposti al rischio di sviluppare depressione.